Eurograd message

Dear All,

This is a reminder to submit abstracts for the track Nr 16, “Doing research in technoscience as affective engagement” (here below) in the framework of the next STS-Italia Conference "Dis/Entangling Technoscience: Vulnerability, Responsibility and Justice”, which will take place at the University of Trieste, 18-20th June 2020. https://www.stsitaliaconf2020.com

Abstracts should be sent by February 21th to us (silvia.bruzzone@mdh.se; michela.cozza@mdh.se; lucia.crevani@mdh.se) and to the conference email address (stsitaliaconf@gmail.com)

Thanks for spreading it in your network!
Best,
Silvia, Michela and Lucia




TRACK 16

ENGLISH VERSION



Doing research in technoscience as affective engagement.



Convenors:

Silvia Bruzzone, Mälardalen University silvia.bruzzone@mdh.se

Michela Cozza, Mälardalen University michela.cozza@mdh.se

Lucia Crevani, Mälardalen University lucia.crevani@mdh.se



The attention to care has characterised the 21st-century trajectory of STS and it is sometimes described as “the engaged program” (Sismondo, 2008). Feminist STS scholars has widely contributed to study care practices while expanding the scope of theorizing care beyond its traditional sites like health care and domestic labour, to include the care for knowledge production in research contexts (Martin, Myers and Viseu, 2015). Such a move urges on understanding care as the researcher´s commitment with the worlds s/he studies and takes part to. It brings to the dissolution of the subject/object distinction and opens up to the discussion about what counts as data (St. Pierre, 2011).

To further stress the convergence between caring and knowing as well as the engagement of the researcher in becoming-with-data (Bispo and Gherardi, 2019), we refer to the post-qualitative notion of affect. It contributes to analyse the research work by looking at “the capacity to affect and being affected” (Massumi, 2002: 5) by the actors encountered through the studies. The researcher is not just an external observer but a co-actor and co-producer (Cozza, Tonolli and D’Andrea 2016). This view brings to frame knowledge in technoscience as “about finding ways to re-affect an objectified world” (Puig della Bellacasa, 2011: 99).

A focus on the affective engagement may mean to take into account the embodied dimension of doing research: for instance, the role of the senses and of the intercorporeal, “carnal” involvement in conducting research with participants in vulnerable conditions (women, immigrants, etc.) (Gherardi et al. 2018).

The affective turn may open up to new perspectives in the research between the social and the natural/applied sciences. In this view cross-disciplinary work can be seen as “an intimate entanglement with each other’s world making” (Latimer 2019: 26) and beyond prescribed roles of the social sciences as confined to produce “social acceptance” of (applied/natural) science (Bruzzone, 2019).

In this track we invite contributions which explore this idea of doing research as a form of affective engagement and entanglement with objects and people we enter into relation with while doing research in technoscience.

Which forms may this engagement take and what does it produce? What does doing research mean in terms of responsibility from an ethical, methodological, and epistemological point of view? To what extent the researcher’s affective engagement with the fieldwork may be a source of new vulnerabilities in this process of co-becoming?

Case studies, theoretical and methodological contributions in all disciplines are welcome.





TRACK 16

VERSIONE ITALIANA

Fare ricerca nella tecnoscienza come “impegno affettivo”



Convenors:

Silvia Bruzzone, Mälardalen University silvia.bruzzone@mdh.se

Michela Cozza, Mälardalen University michela.cozza@mdh.se

Lucia Crevani, Mälardalen University lucia.crevani@mdh.se



L'attenzione al concetto di cura (“care”) é un elemento caratterizzante gli studi STS del 21° secolo ed è talvolta descritto come "il programma impegnato" (“the engaged program”) (Sismondo, 2008). Le studiose femministe nel campo degli STS hanno ampiamente contribuito allo studio delle pratiche di cura, ampliandone al contempo la sua teorizzazione oltre gli ambiti tradizionali come quello dell’assistenza sanitaria e del lavoro domestico, includendo anche la cura nella produzione di conoscenza in contesti di ricerca (Martin, Myers e Viseu, 2015). Cio’ spinge a definire il concetto di cura come impegno (engagement) del ricercatore o della ricercatrice nei proprio contesti di studio e partecipazione. Il concetto porta alla dissoluzione della distinzione soggetto/oggetto e apre la discussione a cosa possa essere considerato dato empirico (St. Pierre, 2011).

Per sottolineare ulteriormente la convergenza tra cura e conoscenza, nonché l'impegno del ricercatore nel divenire-con-i-dati (becoming-with-data) (Bispo e Gherardi, 2019), facciamo riferimento alla nozione post-qualitativa di affetto (affect). Questa contribuisce ad analizzare il lavoro di ricerca come “capacità di influenzare e di essere influenzato" (Massumi, 2002: 5, nostra traduzione) dagli attori che partecipano alla ricerca. Il ricercatore o la ricercatrice non è quindi solo un osservatore esterno ma un co-attore e un co-produttore (Cozza, Tonolli e D’Andrea 2016). Questa visione porta a considerare la conoscenza nella tecnoscienza come "ricerca di modi per re-influenzare un mondo oggettivato" (Puig della Bellacasa, 2011: 99, nostra traduzione).

Concentrarsi sull’impegno affettivo può significare considerare la dimensione sensibile della ricerca: ad esempio, il ruolo dei sensi e del coinvolgimento intercorporale e "carnale" nel condurre ricerca con persone in condizioni di vulnerabilità (donne, migranti, etc.) (Gherardi et al.2018).

La svolta affettiva (affective turn) può inoltre aprire nuove prospettive nell’attività di ricerca tra scienze sociali e naturali/applicate. Da questo punto di vista, il lavoro interdisciplinare può essere inteso come "un coinvolgimento (entanglement) intimo con il mondo dell'altro" (Latimer, 2019: 26, nostra traduzione), al di là di visioni precostituite secondo cui le scienze sociali sarebbero confinate a produrre l’"accettazione sociale" delle scienze applicate (Bruzzone, 2019).

In questa track, invitiamo contributi che esplorino questa idea di fare ricerca come una forma di impegno e coinvolgimento affettivo con gli oggetti e le persone con cui entriamo in relazione mentre facciamo ricerca nella tecnoscienza.

Quali forme può assumere questo impegno e cosa produce? Cosa significa fare ricerca in termini di responsabilità da un punto di vista etico, metodologico ed epistemologico? In che misura l'impegno affettivo del ricercatore o della ricercatrice verso il lavoro sul campo può essere una fonte di nuove vulnerabilità in questo processo di co-divenire?

Invitiamo casi di studio, contributi teorici e metodologici in tutte le discipline.
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